Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.
Fisioterapista: Tagliavini Enrico Thomas
Una paziente di 26 anni si è presentata in studio lamentando un dolore retrostante al collo, presente da circa otto anni e peggiorato negli ultimi quattro a seguito di un colpo di frusta subito durante un tamponamento. La paziente, fisioterapista e praticante running a livello amatoriale, ha riferito che il dolore si presenta in modo ricorrente, soprattutto dopo giornate lavorative intense o dopo aver mantenuto a lungo la posizione seduta. Il movimento che risveglia il dolore è l’estensione del collo e delle spalle. Inoltre, ha riferito un dolore retrostante al torace, presente da circa un anno, meno intenso ma più continuo, che peggiora durante la respirazione profonda e migliora con lo stretching.
Verifica motoria:
Considerando che il dolore si manifesta principalmente dopo aver mantenuto una posizione prolungata, si è ipotizzato che potesse trattarsi di un problema legato al tronco. Durante la verifica motoria, sono stati esaminati il collo e il torace. L’estensione del collo e la flessione laterale, quest’ultima con dolore più lieve, hanno provocato sintomi. A livello toracico, i movimenti di estensione, flessione laterale e rotazione hanno scatenato dolore, con l’estensione risultata il movimento maggiormente doloroso.
Verifica palpatoria:
Durante la verifica palpatoria, sono stati esaminati i segmenti CP3, CL e TH. L’esame a 180° ha rivelato che nel segmento CP3 i punti di RE, sia destro che sinistro, risultavano leggermente densificati ma non provocavano dolore, così come la RE-ME a destra. A livello del segmento CL, LA a sinistra, ER bilaterale e RE a sinistra provocavano lieve dolore, mentre RE a destra scatenava il dolore tipico riferito dalla paziente. Nel segmento TH, la mappatura era simile a quella del segmento precedente, ad eccezione dei punti di RE, con il punto a sinistra risultante più doloroso rispetto a quello di destra.
Trattamento:
Poiché il piano sagittale sembrava essere il più densificato, il trattamento è stato avviato con il punto di RE CL a destra, che irradiava e causava il dolore massimo (Do Max). Dopo il trattamento, la paziente ha riferito un’irradiazione verso la fronte omolaterale. Poiché il punto risultava particolarmente rigido, sono stati palpati anche i punti CP3 e CP2. Il secondo punto (CP2) si è rivelato attivo e doloroso, corrispondendo all’irradiazione precedentemente riferita dalla paziente. Dopo il trattamento del punto CP2, il punto di RE nel segmento CL risultava meno doloroso e più trattabile, con la scomparsa dell’irradiazione.
A seguito di questa fase del trattamento, la paziente ha riferito una sensazione di leggerezza al collo, ma la sensazione di dolore puntiforme al torace persisteva. Si è quindi proceduto al trattamento del punto di RE TH, che risultava più doloroso e granuloso. Durante il trattamento di questo punto, la paziente ha avvertito una piccola irradiazione verso la parte anteriore del torace sinistro. Dopo aver trattato il punto, la paziente è stata invitata a girarsi in posizione supina per esaminare il punto AN TH SN, che risultava doloroso, ma il dolore è scomparso quasi immediatamente dopo la manipolazione.
Infine, la paziente è stata invitata a rimettersi in piedi, e durante la verifica dei movimenti dolorosi iniziali, è stato osservato un notevole miglioramento. I movimenti dolorosi risultavano sensibilmente meno dolorosi, e la paziente ha avvertito anche una sensazione di “leggerezza” nella respirazione.