Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

FISIOTERAPISTA: Niccolò Viezzi

Paziente donna di 64 anni, insegnante, dal punto di vista motorio del tutto inattiva; nel 2018, al termine di una giornata trascorsa a camminare, accusa dolore tra 1° e 2° metatarso del piede destro associato a parestesie e tumefazione (la paziente riferisce di essere stata in vacanza a visitare una città, di aver utilizzato delle scarpe piuttosto strette, e di aver camminato pressoché ininterrottamente per 12 ore).

Dopo primo periodo in cui la paziente non ha fatto nulla sperando in una remissione spontanea della sintomatologia decide di rivolgersi ad un ortopedico, il quale prescrive ultrasuoni che vengono eseguiti con scarsa efficacia.

Alla valutazione si rileva un DoMax in AN-PE dx con VRS (n-M) pari a 0-4, che compare durante il cammino nel movimento di rullata del piede, e che viene definito come un dolore bruciante. Si rileva inoltre una marcata limitazione nel movimento di estensione passiva del primo raggio. Non sono presenti DoConc.

Non vengono riferiti DoPrec significativi.
Si effettua la palpazione dei segmenti PE e TA a dx e si decide di trattare la diagonale di RE-ME; vengono per la precisione trattati i punti di: RE-ME GE 2, RE-ME TA 1, RE-ME PE 2. Si bilancia con AN-LA TA 2

Al termine del trattamento la paziente evidenzia un rom in estensione di primo raggio paragonabile al controlaterale e una diminuita sintomatologia algica nel corso del cammino.

Non è stato ancora eseguito il secondo trattamento.

 

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