Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

Fisioterapista: Ferrara Francesco

Un paziente, uomo di 28 anni, professionista nel pugilato, si è presentato in studio lamentando un dolore bilaterale al collo, ricorrente da quattro anni. Il dolore, valutato sulla scala NRS, oscillava tra un minimo di 4/10 e un massimo di 7/10. Sebbene non vi fosse un movimento specifico che esacerbasse il dolore, il paziente riferiva una limitazione e lieve dolorabilità durante i movimenti del collo, con il picco di intensità nella retropulsione del collo.

Nel corso dell’anamnesi, sono emersi ulteriori disturbi, tra cui una sensazione di tensione al bicipite sinistro, che si manifestava costantemente con un dolore/fastidio di intensità 4/10 sulla scala NRS, e dolori bilaterali a polsi e mani, verosimilmente correlati alla sua carriera sportiva. Il paziente aveva iniziato l’attività pugilistica nel 2017, e i sintomi a livello dei polsi erano comparsi fin dall’inizio, culminando nel 2022 con una sospensione dell’attività agonistica per 10 mesi a causa di un edema osseo allo scafoide della mano sinistra.

Il paziente ha riferito inoltre di aver praticato rugby a livello professionistico per oltre dieci anni, prima di intraprendere la carriera pugilistica. Tra le lesioni precedenti, le più rilevanti includevano una lussazione acromioclavicolare della spalla destra nel 2015 e una frattura della tibia distale con conseguente intervento chirurgico nel 2012.

Alla domanda riguardante la presenza di disfunzioni interne o l’assunzione di farmaci, il paziente ha dichiarato di godere di buona salute generale. A questo punto, sono state eseguite le verifiche motorie sul collo e sui due arti superiori, includendo la spalla, il gomito e il polso. Durante il test, il paziente ha riferito fastidio sia nel piano sagittale che frontale, senza però raggiungere i livelli di dolore acuto al collo (7/10).

Successivamente, ho effettuato una verifica palpatoria, concentrandomi sulle scapole bilateralmente e sui carpi. Palpando la scapola, ho riscontrato densificazioni in AN SC, con il paziente che ha riferito dolore intenso in quella zona. La palpazione di ME SC ha rivelato una dolorabilità più moderata, mentre IR SC risultava il meno dolente. Sono quindi passato alla palpazione dei CF AN ME SC 1-2 e AN LA SC 1-2. Alla palpazione di ante medio-scapola 1, il dolore urente riferito dal paziente irradiava fino al polso sinistro.

Passando al carpo dx e sin, la palpazione ha rivelato una tensione simile a quella riscontrata nella scapola, con il carpo sinistro particolarmente doloroso in AN CA. Ho eseguito la verifica palpatoria longitudinale lungo tutto l’arto superiore sinistro e poi lungo l’arto superiore destro. Il trattamento è stato eseguito sui punti di AN ME CA 1 e AN ME SC 1 sin, quest’ultimo era difficilmente approcciabile in prima battuta, ma dopo aver trattato AN ME CA 1 è risultato meno dolente. Sul lato destro, sono stati trattati AN ME CU e AN ME SC 1, punti particolarmente dolorosi. Al termine della seduta, alle verifiche motorie, il paziente ha riferito una sensazione di leggerezza generale.

Tre giorni dopo, il paziente ha contattato lo studio riferendo un significativo miglioramento del dolore al collo, confermando i progressi ottenuti con il primo trattamento.

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