Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.
FISIOTERAPISTA: Luca Peron
DATI: A.C. 36 aa, cameriere, ex praticante di taekwondo, da 2 mesi presenta talalgia bilaterale con interessamento anche del tendine d’Achille e riferisce una sensazione di caviglie rigide. La sintomatologia è presente tutto il giorno e peggiora nelle prime ore del mattino, ai primi movimenti e dopo la serata di lavoro. Sulla scala VAS riferisce un 8 su 10 a destra e 7 su 10 a sinistra nei momenti più acuti; mentre attualmente è 6 su 10. Il dolore è maggiormente localizzato sul tallone, ma irradia alla pianta e al collo del piede e lungo tutto il tendine d’Achille. Dall’anamnesi remota non compaiono traumi o dolori antecedenti a questo, tali da poterli correlare come eventi pregressi. Ha eseguito trattamenti di magnetoterapia, TECAR, manipolazioni osteopatiche ed applicazioni di antidolorifici topici senza alcun effetto.
VERIFICA MOTORIA: Il dolore al retro piede è presente in ante piede e retro-ante talo. Non riesce ad alzarsi in punta di piedi né a dorsiflettere la caviglia nei VeMo. Evocano la sintomatologia riferita dal paziente anche le restanti VeMo nei diversi piani di movimento sia per Pes sia per Talo.
VERIFICA PALPATORIA: valuto il segmento pes e trovo molto significativi il punto di retro e il punto di ante (anche se quest’ultimo in modo minore: re-pes***, an-pes**). Tutti i restanti punti di pes presentano solo (*), forse a causa della presunta infiammazione locale. Vista l’irradiazione craniale dei punti palpati e di una sintomatologia dolorosa, e la presenza di significatività nei VeMo per quanto riguarda il Ta, decido di valutare il punto di ante e retro di talo (per non cambiare piano) e trovo significativo il punto di ante (an-ta** e retro***).
TRATTAMENTO: tratto il punto di retro talo, retro pes e ante talo (scelgo questo per non caricare ulteriormente sulla struttura molto acuta di pes che risultava molto meno tollerata rispetto a Ta) fino al regredire del sintomo pungente e della sensazione di rugosità. Alla rivalutazione dopo il primo punto trattato (retro talo), il dolore in stazione eretta è diminuito significativamente; il sintomo durante la verifica motoria si è ridotto a 4/10. Tratto anche i successivi punti sopra riportati e la sintomatologia è scesa a 2/10. Il paziente sente le caviglie meno rigide e nelle VeMo riesce a stare in punta di piedi con qualche difficoltà.
Rivedo il paziente il giorno dopo assegnandoli esercizi in eccentrica ed esercizi di allungamento da svolgere in autonomia magari durante le ore più dolorose di lavoro.
CONCLUSIONE: Il paziente, dopo una settimana, ha visto sparire i dolori alla caviglia dicendosi contento del risultati ottenuti ed amareggiato di non aver provato prima la metodica ”Manipolazione Fasciale”. Nel caso fossero state necessarie altre sedute, avrei palpato Ge e Pv (in quanto sintomo bilaterale), per vedere se trovavo qualche CC significativo sullo stesso piano, in caso contrario avrei potuto dedicarmi a un punto di quelli precedentemente palpati.