Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

Una donna di 52 anni, praticante pilates, è venuta in visita per un forte dolore lombare irradiato fino alla scapola sul lato destro. Il dolore era peggiorato nel corso degli ultimi 2 anni, ma l’esordio risaliva a 10 anni prima, senza alcun trauma apparente. Al momento della visita, ha riferito un dolore di intensità 7/10 della scala NRS, con picchi fino a 10/10 NRS. I sintomi sono peggiorati dopo la menopausa, in particolare in posizione seduta e con rotazione a destra.

Ha riferito, inoltre, mal di testa nella regione frontale bilaterale presente da 2 anni, con un’intensità variabile da 0/10 NRS fino a 7/10 NRS, con frequenza di circa due volte al mese, in particolare dopo i pasti.
Lamentava anche sintomi simili ad una fascite plantare in entrambi i piedi, iniziati un anno prima e più intensi al mattino durante i primi passi.
In passato è stata sottoposta a isterectomia (10 anni prima) per endometriosi. Dal punto di vista chirurgico, ha subito un taglio cesareo programmato, intercorso senza complicazioni.

Durante la visita, le è stato chiesto di eseguire la verifica motoria del segmento lombi (LU), che è risultata alterata nell’estensione all’indietro per insorgenza di dolore. Il movimento risultato più doloroso è stato però durante la rotazione sul lato destro.
Anche se la paziente presentava un chiaro movimento doloroso, la sua storia clinica supportava un’origine viscero-somatica del dolore lombare, verosimilmente legata alle aderenze correlate all’endometriosi e all’intervento chirurgico di isterectomia.
È stata pertanto ipotizzata una disfunzione dell’apparato endocrino, senza coinvolgimento dell’apparato emopoietico.

La palpazione delle catenarie del tronco ha evidenziato densificazioni in an-me-pv2 bilateralmente (molto dolenti al tocco). La palpazione della catenaria di controllo non ha mostrato alcuna densificazione significativa. A livello del tronco la linea più densificata era quella anteroposteriore. Si è continuata la palpazione anche a livello dei pivot in an-me SC, HU, CX e dei tensori distali in an-me CA e TA. Il punto an-me-ta 2 era estremamente sensibile e ruvido alla palpazione (la paziente ha negato traumi e distorsioni alle caviglie). Il ridotto scorrimento dei piani fasciali nei punti di an-me-ta 2 supportava l’ipotesi di un disturbo viscero-somatico: la rigidità dei retinacoli della caviglia era il risultato di una compensazione della rigidità delle fasce addominali. Oltre a ciò, questa rigidità dei retinacoli delle caviglia potrebbe anche spiegare il dolore simile alla fascite plantare durante i primi passi” al mattino, che la paziente aveva riferito nell’anamnesi.

Ampliando la palpazione ai punti associati non sono stati riscontrati altri punti da trattare.
Il trattamento è iniziato con la manipolazione del punto an-me-ta 2 a destra, che è risultato estremamente doloroso all’inizio, ma si è sciolto in poco tempo. Già dopo il trattamento del primo punto la paziente ha riferito metà del dolore iniziale con un’intensità di 4/10 NRS e i movimenti in estensione e rotazione erano più fluidi e meno dolorosi. Successivamente è stato trattato il punto an-me-ta 2 a sinistra, risoltosi in un lasso di tempo simile al controlaterale. Dopo aver sciolto il secondo punto la paziente non riferiva più alcun dolore e tutte le verifiche motorie erano diventate negative. La palpazione di an-me-pv 2 non era più dolorosa e non esacerbava alcun sintomo. La paziente ha espresso grande gratitudine per il trattamento ricevuto, rimanendo sorpresa dal fatto che il dolore in regione lombare fosse correlato alla rigidità delle caviglie.

 

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