Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

FISIOTERAPISTA: Righetti Lucia

RACCOLTA DATI:
Si presenta in studio Giovanna, ragazza di 24 anni, lavora come infermiera e come attività fisica/sportiva pratica nuoto e va in sala pesi.

Do max. Il motivo per cui viene da me è la comparsa di dolore molto intenso dopo 15-20 minuti di corsa sostenuta (NRS da 6 a 10 le volte peggiori) che la costringe a rallentare o fermarsi completamente. Dopo 10-15 minuti di diminuzione dell’andatura o di stop, il sintomo si risolve completamente. Il dolore si localizza nei segmenti lu-pv bilateralmente (sx maggiormente dolente) e a 360 °, come una cintura. La paziente si è accorta della problematica circa 10 anni fa quando ha iniziato a correre per la prima volta circa 20 minuti consecutivi ad educazione fisica a scuola. Il Do-max si presenta durante corsa intensa, quindi in carico. Questo mi spinge a indagare sugli AAII, sulla presenza di do-conc, do-prec, avvenuti traumi, interventi chirugici ecc
Do conc. La paziente segnala che da un paio d’anni (da quando ha iniziato a lavorare come infermiera) circa 1 volta ogni 2 settimane lamenta un lieve dolore a entrambe le ginocchia (sx>dx) durante il lavoro, lavoro che la costringe a fare molte ore in piedi.
Oltre all’appena citato Do-conc, non riferisce nessun evento traumatico agli AAII. Emerge invece un importante dato sulla postura o meglio sulla sua biomeccanica di cammino/corsa. Infatti da quando è bambina (più di 10 anni fa) cammina con l’AI sinistro lievemente extraruotato e il piede sx va in pronazione durante l’appoggio. Per cui durante il cammino e la corsa vi è un appoggio del piede alterato (piede abdotto per l’extrarotazione dell’AI e che va in pronazione) e che è presente da anni (anche molti anni prima dalla comparsa del do-max) oltre a una mantenuta lieve extrarotazione d’anca sx. Non riferisce disfunzioni interne.

Ipotizzo che la causa dell’instaurazione di compensi che mi hanno portato allo sviluppo di dolore in regione lu-pv sia l’appoggio alterato del piede sx.
Dopo la raccolta dati formulo quindi la seguente ipotesi: compenso ascendente dal piede sx verso i segmenti Pv-Lu con coinvolgimento anche dell’emisoma opposto. Successivamente si sono manifestati sintomi anche a livello delle ginocchia bilateralmente.

VE-MO:
Per la verifica motoria scelgo il segmento “lu” perché in quanto facente parte del do-max può evocare sintomi e inoltre è mobile. Faccio la ve-mo anche del segmento “ta sx” perché mobile e in quanto vicino al segmento “Pe” potrebbe farmi rilevare qualche dato utile.
L’unica a darmi informazioni è la ve-mo di “lu”. Durantre “Re-lu” compare lieve dolore (+) in regione “re-lu sx” e durante i movimenti in rotazione si evoca un lieve dolore (+) omolaterale durante “Er-lu sx”, mentre risulta essere lievemente ridotto il ROM nella rotazione verso dx.

VE-PA:
Palpazione trasversale. Per la verifica palpatoria scelgo i segmenti “lu” (do max), “Pe” e “Ta”. Per quanto riguarda i lombi faccio una palpazione bilaterale e a 360° a motivo della localizzazione della sintomatologia del do-max, mentre i segmenti Ta-Pe li palpo sempre a 360° ma solo a sx.
Dalla Ve-Pa risulta maggiormente coinvolto il piano trasversale.

Palpazione longitudinale. Da essa emergono i seguenti cc maggiormente densificati e che poi verranno trattati: Ir-pe sx, ir-cx sx, er-cx sx, er-pv bi, er-lu bi, er-th sx

TRATTAMENTO E RISULTATO POST TRATTAMENTO
Dopo il trattamento del 1° punto (ir-pe sx) faccio la ve-mo di er-lu sx e dx e risulta scomparso il dolore durante la rotazione a sx mentre il ROM rimane invariato. Dopo il trattamento di ir-cx sx, er-cx sx, er-pv sx, er-lu sx rifaccio la Ve-mo (er-lu sx e dx e re-lu) e risulta estinto anche il dolore a sx durante re-lu.
Tratto poi i restanti punti e rifaccio la ve-mo; vengono confermati i risultati precedenti riguardo la scomparsa di dolore durante er-lu sx e re-lu, mentre non ci sono variazioni di ROM durante er-lu dx.
Prendendo in considerazione i cambiamenti dalla ve-mo pre- alla ve-mo post-trattamento il miglioramento ottenuto è maggiore al 50% (++).
A distanza di 4 giorni dal trattamento la paziente va a correre per circa 20 min a ritmo sostenuto (mo-do, movimento doloroso) e riferisce che il dolore lombo-pelvico non si è ripresentato. È un ottimo risultato, ma bisogna vedere se si mantiene nel lungo termine o se poi si ripresenta il problema. Se si dovesse ripresentare posso pensare, ad esempio, che sia un altro il piano principale da trattare.

Share This