Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

Fisioterapista: Bettinsoli Andrea

In ambulatorio si presenta un paziente di sesso maschile, 35 anni, che pratica atletica leggera a livello amatoriale da circa 15 anni e lavora come avvocato.
Riferisce la comparsa di dolore e rigidità a livello dell’anca destra, localizzati prevalentemente nella regione antero-laterale. La sintomatologia è insorta per la prima volta circa due anni fa, ma si è riacutizzata nelle ultime due settimane. Il dolore si manifesta principalmente a fine giornata, in stazione eretta e durante la deambulazione, peggiorando durante la corsa. Il paziente riporta invece un miglioramento del dolore al mattino, in posizione supina o comunque in condizioni di scarico.

Durante l’anamnesi emergono ulteriori informazioni relative a pregressi traumi. In particolare, nove anni prima il paziente ha riportato una frattura del malleolo laterale destro, avvenuta durante una partita di calcio, per la quale è stato sottoposto a trattamento chirurgico. Il recupero post-operatorio è stato più lungo del previsto. Attualmente riferisce una lieve rigidità articolare a livello della tibiotarsica destra, che tuttavia non compromette significativamente le sue attività quotidiane.

Alla luce di queste informazioni, si ipotizza la possibilità di compensi biomeccanici instauratisi a livello dell’anca destra a seguito della pregressa frattura e del periodo di immobilizzazione dell’articolazione tibiotarsica.

Verifica motoria
Si procede quindi con la verifica motoria. I test di mobilità dell’anca evidenziano una limitazione marcata in AN CX, seguita da una limitazione in RE CX. Viene esaminata anche la mobilità articolare della caviglia destra, riscontrando una lieve limitazione nei movimenti di flesso-estensione (AN-RE TA).

Verifica palpatoria
Si prosegue con la verifica palpatoria: alla palpazione della regione glutea e del TA di destra, si osservano densificazioni maggiori sul piano sagittale.
Identificato il piano principale, si procede con la palpazione longitudinale dei distretti coinvolti (PV-PE), al fine di individuare i punti maggiormente densificati.

Trattamento
Una volta individuati CC densificati, si procede al trattamento dei seguenti: RE-PE dx, AN-TA dx, RE-TA dx, AN-PV bilaterale, RE-CX dx, AN-CX dx.

Al termine della seduta, il paziente riferisce un miglioramento significativo sia della sintomatologia dolorosa sia della mobilità articolare dell’anca destra. La verifica motoria post-trattamento conferma i miglioramenti riportati.

Si concorda con il paziente un nuovo appuntamento a distanza di una settimana, al fine di proseguire il trattamento.

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