Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.
Fisioterapista: Burigo Denise
È giunta in visita una paziente di 53 anni, che di professione faceva la cuoca e come sport praticava sci e trekking.
Lamentava un dolore alla pelvi irradiato dalla regione sacrale ai fianchi, talvolta anche in regione inguinale bilateralmente. Tale dolore, insorto circa un anno e mezzo prima in assenza di traumi, si manifestava durante la notte e al risveglio, mentre migliorava con il carico e il movimento.
Dall’anamnesi sono emersi due parti con taglio cesareo, che come esito avevano lasciato una cicatrice ipersensibile al tatto.
Alla verifica motoria, la flessione anteriore del tronco risultava limitata e dolente.
La verifica palpatoria è stata eseguita a livello dei segmenti PV/CX/LU, trovando ipersensibili e non approcciabili tutti i punti in regione glutea (RE PV, ER CX, LA PV, RE-LA CX, RE-ME CX). Negli altri segmenti, quello più coinvolto era il piano orizzontale e qualche CF della diagonale di RE-LA.
Sono stati trattati i seguenti punti: ER PV bi, IR PV bi, RE-LA PV bi, AN-LA PV bi. La paziente è stata istruita su come mobilizzare la cicatrice in autonomia.
Alla verifica motoria, subito dopo il trattamento, la flessione anteriore del tronco non risultava più dolorosa. Alla seduta successiva, ha riferito un lieve miglioramento del dolore notturno, associato a una totale desensibilizzazione della cicatrice, con miglioramenti anche sulla regolarità intestinale.