Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

FISIOTERAPISTA: Stephen Oswald

[Nota bene, questo paziente era un caso clinico dimostrativo nel primo corso di Livello 1 mai fatto ad Istanbul, nell’Ottobre 2019.]

Il paziente è un’atleta Olimpico di 29 anni, affetto da un doloro all’anca (coxa-retro, sinistra) che va da moderatamente grave a grave (7-9/10 VRS). La sua disciplina sono i 400 metri ostacoli.

L’origine del sintomo corrente risale a 4 mesi fa, ma la paziente aveva lo stesso sintomo 10 mesi fa.

Il dolore viene provocato dalla corsa, impossibilitata a questo punto a causa del dolore estremo che causa, dal movimento anteriore della pelvi stando in piedi (tilt pelvico), dall’allungamento della parte destra (quasi impossibile), dal movimento anteriore dell’anca a sinistra e del ginocchio sinistro e, infine, dalla pressione diretta sull’anca (per esempio dormire sul lato sinistro).

Dolore concomitante (DoConc): la paziente riporta dolore nella parte bassa della schiena (retro-pelvico, bilaterale), che ha avuto origine due mesi prima con un dolore di livello 4-6/10 VRS di tipo ricorrente.

Il dolore precedente (DoPrec) include cx an-me destra, da un anno e ge-er sinistro, da 9 mesi.

Gli eventi traumatici includono due eventi significativi. All’età di 4 anni, intervento chirurgico per rimuovere un tumore osseo dal perone destro (lato opposto al DoMax). All’età di 6 anni, frattura dello stesso perone.

Non sono state effettuate indagini (MRI, CAT, ecografia, raggi X).
Non è stato riferito alcun problema viscerala.
La paziente non assume farmaci, vitamine, minerali o erbe.

La mia ipotesi è che questo abbia una causa ascendente, probabilmente dall’intervento di 25 anni fa, seguito dalla frattura 2 anni dopo (23 anni fa). Ho avuto una piccola clinica part-time ad Istanbul per 30 anni. Questa esperienza mi ha insegnato che gli interventi chirurgici in Turchia sono spesso mal eseguiti, specialmente quelli fatti due decadi e mezzo fa, portando ad un danno complesso ai tessuti molli.

La Verifica Motoria (VeMo) rivela quanto segue:

  • an-cx, sinistra: dolore 7/10 a 100 gradi, ROM: il paziente non può eseguire il movimento di antepulsione oltre questo punto. Dolore riproduce il DoMax (+++)
  • la-cx, sinistra: dolore 3/10. Dolore riproduce il DoMax (***)
  • er-cx, sinistra: dolore 3/10
  • er-cx, destra: diminuzione ROM: inferiore del 30% rispetto a er-cx sinistra
  • ir-coxa, sinistra: dolore 3/10
  • an-ge, sinistra: dolore 5/10. Dolore riproduce il DoMax (***)
  • ir-ge (VeMo: squat): ROM 135 gradi (45 gradi meno di 90, diminuzione significativa). Dolore severo che riproduce il DoMax (***)

Verifica Palpatoria (VePa): in base alla mia ipotesi, si tratti di una causa ascendente dalla frattura post chirurgia sullo stesso segmento (ta). Ho scelto di eseguire VePa sul ta destro (cioè, lato opposto) e, definendo cx come tronco (e non come estremità), cx bilaterale.
Ho scoperto che il piano sagittale era il più coinvolto mentre la diagonale più coinvolta era an-la.

Trattamento seguito da test post-trattamento.

Primo trattamento a destra: an-pe e re-ge.
Ripetizione del Movimento Provocatorio dopo il trattamento parziale: VeMo tutte positive e tutti i movimenti provocatori migliorati del 50-75% (++).
Da ciò, vedo prove a sostegno che la mia ipotesi (ascendente dall’arto inferiore opposto e scelta del piano sagittale) sia corretta.
Continuo il primo trattamento: an-ta destro e an-cx destro.
Test post trattamento: tutti negative (+++).

Secondo trattamento: note della paziente – prima del trattamento di oggi è stata in grado di muoversi liberamente, non avendo dolore su nessuna ADL da questa mattina.
Lato destro: re-ge, re-ta, re-pe e an-ge.
Notare che qui il re-ge, rt, era 3 ***, riproducendo esattamente i sintomi che la paziente presentava inizialmente (fianco opposto, coxa-re, lt). Questo è, ovviamente, un CC significativo.

Notare che ho trattato due punti sul segmento di DoMax (an-cx destra e — vedi sotto — an-la cx sinistra). In genere non tratto il segmento di DoMax poiché la maggior parte delle volte (praticamente ogni volta, in realtà) il dolore in quel segmento non ha origine / causa in quel segmento. Quindi trattare il segmento di DoMax sarebbe uno spreco di tempo (ma comunque non dannoso). Qual è stata la logica del mio trattamento del segmento di DoMax questa volta? Semplicemente che sulla VePa originale, ho notato un 2** su entrambi i punti. Notare che non ho scelto un CC o un CF sul punto effettivo del dolore (DoMax era cx-re sinistra).

Ho trattato poi an-la-cx sinistra, in questo secondo trattamento. Ho avuto quindi la conferma che questo era un punto importante: ho scoperto che an-la cx sinistra, riproduceva esattamente il dolore con cui la paziente si era presentata – 3 *** (DoMax di cx-re sinistra). Si noti inoltre che questo non cambia la mia ipotesi che questa situazione abbia una causa ascendente, dall’intervento e dalla frattura del segmento ta del lato opposto. Ricorda che i sintomi erano completamente scomparsi durante il trattamento dell’arto inferiore destro.
VeMo post trattamento e test provocatori: tutti (+++).

Due settimane dopo il trattamento, ho ricevuto dal suo fisioterapista, un video della paziente che si allenava in palestra, con nessuna restrizione evidente.
Due mesi dopo il trattamento ho ricevuto un video della paziente che correva a pieno regime, senza restrizioni.

Ulteriori discussioni: un esito sorprendente: se fosse stata paziente nella mia clinica negli Stati Uniti, l’avrei trattata ulteriormente. Deve sempre esserci un continuum dal segmento della causa del dolore al segmento di DoMax. In altre parole, il percorso delle densificazioni lungo il piano coinvolto dal segmento causale al segmento di DoMax che sta causando il quadro dei sintomi, in teoria, non salta mai un segmento. A questo si aggiunge l’idea di un “ponte”. Quando, ad esempio, un segmento ta destro è il segmento causale di un ge controlaterale o cx DoMax, deve esistere un “ponte”. Posso definirlo come una connessione nel segmento pelvico di un’estremità inferiore con l’altra. In questo caso, probabilmente troverei una densificazione nel piano sagittale sul bacino (an-pv o re-pv, a destra) e lo stesso a sinistra (an- o re-pv, a sinistra), completando così il continuum dell’estremità inferiore destra con la sinistra, attraverso il ponte. Questo ponte sarebbe stato la mia priorità, se avessimo potuto fare una terza seduta di trattamento.

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