Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

 

Paziente con bruciore urente alla regione laterale del braccio sinistro da tre giorni anche al tatto che non migliora in nussuna posizione. La paziente si presenta in ambulatorio per dolore urente al braccio sinistro da 3 giorni senza causa. La paziente è una fiorista che in periodo di COVI 19 sta lavorando molto.

Ha già sofferto precedentemente di “brachialgie” riferite per ernie cervicali in pregressi appuntamenti che si sono risolte in un paio di trattamenti.
Oggi però la sintomatologia è differente. L’escursione articolare è perfetta e non c’è neppure alcune deficit di forza. La paziente riferisce un dolore urente dalla regione scapolare fino al gomito, con una sensazione tattile di brucione alla palpazione del gomito. Riferisce come i semplici vestiti li diano fastidio.

Si ipotizza SCT che interessa la regione antero-laterale della spalla e braccio. La paziente è cosi sofferente per il dolore che a fatica delimita la regione dei sintomi. Si palpano i punti di emergenza dei nervi prossimali dei diversi quadranti interessati, e i punti cerniera che risultano positivi. I punti più sensibili sono an-la-sc, an-la-cu. Si procede al trattamento che però non crea una irradiazione che ricrea il sintomo del paziente.
Al termine dei due punti la paziente riferisce u miglioramento in regione scapolare, con persistenza del dolore nella regione laterale brachiale. Il bruciore a livello laterale del gomito è ancora presente e viene confermato con test di sfioramento.
Visto il lavoro manuale della signora (fiorista) si decide di palpare anche il punto di an-la-ca 1, che risulta estremamente rigido. Le strutture nervose sono elementi anatomici inestensibili quindi un intrappolamento distale potrebbe dare una manifestazione sintomatologica prossimale.

Si procede con il trattamento che risveglia il formicolio della paziente, che, su specifica domanda, riferisce presentarsi frequentemente come pure gonfiore delle mani mattutino prevalentemente alla mano sinistra.
Al termine del trattamento la paziente riferisce una senso di pesantezza al braccio, di torpore, ma il dolore bruciante è svanito, come pure il dolore urente allo sfioramento.

Riferisce ora un minimo dolore alla chiusura del polso (prima non notato forse anche per la modesta entità del dolore in confronto con il dolore urente precedente).
Si procede con il test globale del carpo. Con la manovra di dorsiflessione si ricrea la minima sintomatologia dolorosa della paziente a livello dell’estensore ulnare dl carpo.

Prima ancora di palpare i CC si decide di valutare i centri di fusione re-la-ca 1, che si ipotizza positivo dovuto alla continuità anatomica del retinacolo del carpo in tutta la circonferenza del polso,  che risulta positivo.
Si tratta il CF e la paziente riferisce risoluzione anche di questa sintomalogia alla chiusa a pugno della mano confermata con il test globale del carpo.

IL SCT permette di approcciare pazienti che appaiono di chiara origine radicolare, valutandoli e trattandoli in una maniera sistematica e sicura, con risultati immediati. Una completa verifica motoria negativa, e una marcata allodinia anche allo sfioramento posso essere chiari sintomi per indirizzarci a un trattamento del Sistema Cutaneo-Termoregolatore.

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