Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

FISIOTERAPISTA: Bellini Zilla

D.B. è una paziente donna di 43 anni, mamma di un ragazzo di 16, fa la casalinga ed attualmente non pratica nessuno sport.
Si presenta da me per delle fitte al torace (anteriormente sull’emicostato sinistro) che si irradiano alla spalla sinistra (regione antero-laterale) ed arrivano fino alla mano. Questa sintomatologia risale a circa 6 anni fa (non riferisce eventi o traumi particolari riconducibili a quell’epoca), e ricompare ad intermittenza con intensità variabile indipendentemente dal momento della giornata (da 4 ad anche 9 della VNS); si presenta, in particolare (anche molto dopo) aver effettuato e mantenuto movimenti in elevazione (es. guidare, sistemare oggetti posti sopra la testa), non passa con l’assunzione di farmaci e non sembra migliorare con posture o movimenti in particolare. Inoltre quando il dolore si presenta con forte intensità arriva a darle la sensazione di non riuscire a respirare e si presentano episodi di reflusso. Per tale problematica la pz ha effettuato svariate indagini strumentali, l’ultima effettuata 1 anno fa è una risonanza alla colonna cervicale da cui emerge la presenza di 2 protrusioni ma che dalla visita neurologica non risultano riconducibili alla causa della sintomatologia dolorosa descritta.
Concomitante a questo problema, la paziente lamenta cervicalgia con dolore al collo che almeno una volta al mese sfocia in forte emicrania che la costringe a letto (VNS 9) e ad assumere ibuprofene.
Nella raccolta dati non si evidenziano traumi degni di nota né interventi.

PRIMO TRATTAMENTO
Dopo l’intervista proseguo con l’attuare la verifica motoria: scelgo di effettuare delle verifiche motorie segmentare agli arti superiori ponendo resistenza nei movimenti di elevazione (i gesti funzionali, che le scatenano la sintomatologia dolorosa, descritti nel MoDo non sono utilizzabili in quanto essa compare anche molto dopo averli effettuati). Ne risulta un lieve deficit di forza a sx rispetto a dx, ma, come previsto, non è evocabile la
sintomatologia dolorosa.
Considerata le disfunzioni legate all’apparato respiratorio (ARE) e digerente (ADI), ipotizzo un interessamento della sequenza viscerale, ma al fine di orientarmi su quale dei due apparati è maggiormente coinvolto e quale catenaria interferisca sulla funzione di quell’apparato devo effettuare una verifica palpatoria sulle 3 catenarie.
La prima verifica palpatoria la attuo sulle 3 catenarie di copertura del tronco di destra e di sinistra: an-me-th2, an-me-lu2, an-me-pv2 + an-la-th2 bi**, an-la-lu2, an-la-pv2 + ir-th bi*, ir-lu, ir-pv; ne consegue un coinvolgimento delle 2 catenarie sovrastanti il torace e quindi si ipotizza un problema di ARE ma al fine di sceglierne una si procede con la seconda verifica palpatoria sulle catenarie di controllo del capo: an-me-cp2, an-me cp3, an-me-cl + an-la-cp2 sn*, an-la-cp3, an-la-cl sn* + ir-cp2, ir-cp3, ir-cl; questa conferma l’interessamento della catenaria latero-laterale, inoltre essendo risultati sensibili i punti del tronco e capo la terza verifica palpatoria la effettuo sui punti cerniera attorno al cingolo scapolare della linea tensiva scelta: an-la-sc sn**, an-la-hu, an-sc, an-hu, la-sc dx**, la-hu; ed infine la quarta verifica palpatoria sui tensori distali dell’arto superiore: an-la-ca1-2 bi**, an-ca, la-ca sn*.
La palpazione delle catenarie evidenza una marcata positività per la linea latero-laterale. I punti che risultano peggiori sono per lo più nell’emisoma sinistro e nei segmenti di scapola, torace e carpo. Ho abbastanza elementi per iniziare il mio trattamento, decido quindi di procedere come segue: tratto an-la-th2 bi, an-la-sc sn, an-la-ca1-2 bi.
A questo punto ripeto la verifica motoria notando un miglioramento di forza a sx, confermato dal feedback della pz.
Mi riservo di palpare e trattare le catenarie posteriori della stessa linea tensiva scelta anteriormente. Trovo reattivo la-th bi**. Concludo il trattamento con la manipolazione di questi 2 CC.
La paziente a fine seduta manifesta una sensazione di liberazione a livello di respirazione e di mobilità del torace.

SECONDO TRATTAMENTO
A distanza di una settimana rivedo la paziente che riferisce di aver mantenuto quella sensazione di sblocco a livello del torace con miglioramento del senso di dispnea e nega episodi di reflusso.
Ripeto la verifica motoria notando il mantenimento del miglioramento di escursione e forza muscolare agli arti superiori.
Ripetendo la verifica palpatoria confermo che i punti peggiori sono ancora nella linea latero-laterale soprattutto nel segmento cp, cl. Decido dunque di proseguire con il trattamento del tensore scelto nei segmenti sopracitati: an-la-cp2 sn, an-la-cl sn. Verifico anche posteriormente la stessa linea tensiva: trovo, e di conseguenza tratto, re-la-th dx.
A fine trattamento ottengo un netto miglioramento nei movimenti degli superiori in elevazione.

TERZO TRATTAMENTO
La pz riferisce di non aver più riscontrato dolore in seguito a posture mantenute con gli arti superiori in elevazione, né durante la guida né durante i lavori di pulizia della casa.
Aggiunge inoltre che le fitte al torace sono di molto diminuite sia in frequenza sia in intensità (VNS 2) e non irradiano all’arto superiore sn.
Anche le emicranie si sono attenuate, dalla nostra prima seduta riporta un solo episodio e non invalidante come i precedenti (VNS 3), non ha dovuto ricorrere all’assunzione di farmaci per gestirla.

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