Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di report dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

FISIOTERAPISTA: Cecchetti Dario, Giorgini Gabriele

Preso un campione di 50 pazienti affetti da lombalgia non specifica e trattati con il metodo Manipolazione Fasciale© – metodo Stecco, abbiamo raccolto i seguenti dati estrapolandoli dalla cartella anamnestica:

  • Numero sedute effettuate per ottenere la restitutio ad integrum
  • Quantità di punti (cc/cf) trattati in ogni singola seduta
  • Definizione dell’origine della disfunzione (apparato locomotorio o disfunzione interna)
  • Eventuale cambio di inquadramento terapeutico
  • Eventuale detensione punti distali (pede e talus)
  • Trattamento della fascia nella sua componente più superficiale
  • Piano spaziale (Sagittale, frontale, orizzontale o antero post, laterale, obliquo)
  • Valutazione pre e post trattamento attraverso la scala di valutazione NRS
  • Analisi delle tempistiche per il raggiungimento della risoluzione completa del dolore
  • Eventuale associazione con farmaci
  • Punti più frequentemente riscontrati nei trattamenti

Dall’analisi dei dati è emerso che nella maggior parte dei casi sono state necessarie 2 sedute per ridurre il dolore e che l’intero campione è stato sottoposto ad un massimo di 5 trattamenti.
Statisticamente il numero medio di punti trattati per ogni singola seduta è stato tra i 6 e 8 CC o CF.
Circa nella metà dei casi si è evidenziata una componente disfunzionale di origine internistica.
In 9 casi sul totale è stato necessario un cambio di ragionamento clinico per la ricerca dell’origine del dolore.
Nei 70% dei casi durante il trattamento sono stati trattati anche punti localizzati distalmente (Pe e Ta).
Nel 14% del campione è stato necessario anche il trattamento della fascia superficiale.
Piano o catenaria obliqua sono risultati i più frequentemente coinvolti.
Nella scala presa in considerazione per la valutazione del dolore (NRS) si ha avuto un decremento medio tra i 3 e i 5 punti decimali sia nella prima che nella seconda seduta.
Entro 15 giorni la quasi totalità dei pazienti hanno ottenuto la completa risoluzione della sintomatologia.
Il 16% ha utilizzato farmaci analgesici durante il percorso terapeutico.
I punti più frequentemente trattati sono stati RelaCx (posto tra la tuberosità ischiatica e gran trocantere), ExPv ( posto sul medio gluteo direttamente sotto la sommità della cresta iliaca) e RelaPv (posto tra la spina iliaca postero superiore e il sacro).

MATERIALI e METODI
Sono stai trattati 50 pazienti di età compresa dai 18 ai 65 anni senza distinzioni di sesso, utilizzando trattamenti di Manipolazione Fasciale- metodo Stecco. E’ stata compilata la cartella anamnestica MF e per la valutazione del dolore la scala NRs. E un inquadramento statistico con grafici ai fini di valutare e commentare i risultati ottenuti.

CONCLUSIONI
Da questo studio sono emerse le seguenti considerazioni:
In prima istanza è importante osservare la netta diminuzione del tempo trascorso dall’insorgenza dei sintomi alla loro risoluzione utilizzando la Manipolazione Fasciale© rispetto alla media del tempo necessario che si trova in letteratura (10-15gg contro 4-6 settimane).
Il numero di sedute necessarie in media sono state 2-3, questo rende la metodica una grande alleata al fine di gestire questa patologia.
Nonostante nella maggior parte dei casi vengano prese in esame le componentimuscolo-scheletriche ai fini di risolvere le problematiche del paziente, sia dal punto di vista medico che fisioterapico, dai nostri dati si può notare come in più della metà dei casi l’origine della problematica sia stata riscontrata ipotizzando disfunzioni internistiche e trattando i rispettivi punti.
Analizzando i punti più frequentemente trattati salta all’occhio il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi il trattamento si è concentrato sulla componente fasciale a livello del bacio ( gluteo o anca) piuttosto che nella zona lombosacrale, sede del dolore.

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