Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di articoli dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione Fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di trattamento adottato e i risultati raggiunti. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

L’articolo di oggi è dedicato al tunnel carpale, ce ne parla Andrea Zanchini, fisioterapista e di Cesena specializzato in manipolazione fasciale e terapia manuale applicata al campo sportivo.

«Quando Giuseppe si presenta nel mio studio soffre per un dolore alla mano da circa due mesi, da coltivatore diretto ha ormai difficoltà a lavorare, parestesie alla mano destra gli provocano intorpidimento e formicolii e spesso perde la presa sugli oggetti che afferra. Gli è stato consigliato l’intervento chirurgico dopo un’elettromiografia che ha confermato la diagnosi di tunnel carpale con deficit di forza del 21% ma, prima di sottoporvisi, Giuseppe cerca un secondo parere.

Ascolto la sua storia clinica e personale dalla quale emerge anche un trauma con diastasi acromion-claveare destra dovuto a un incidente stradale un anno prima; gli organi interni, al contrario, non presentano alcuna disfunzione.

Giuseppe, nel parlarmi del suo disturbo alla mano, descrive un dolore modesto evidenziando come fattore maggiormente limitante le parestesie e l’ipostenia, sono infatti i formicolii, l’intorpidimento improvviso e la riduzione della forza nella mano che gli impediscono di svolgere il suo lavoro.

Le verifiche motorie evidenziano una sofferenza e una limitazione nell’appoggio del palmo e del dorso della mano alla rotazione interna del polso, nonché alla flessione di spalla contro resistenza; quelle palpatorie permettono di identificare il piano sagittale come il maggiormente coinvolto.

Dopo queste valutazioni preliminari ipotizzo che il disturbo sia causato da un overuse conseguente all’attività lavorativa e che possa essere trattato tramite Manipolazione Fasciale con l’obiettivo realistico di ridurre la sintomatologia dolorosa parestesica e la perdita di forza muscolare dell’arto superiore e curare il tunnel carpale.

Giuseppe mi ascolta e insieme decidiamo di procedere con il trattamento; mi concentro inizialmente su un punto al livello del polso (an-ca dx) che scatena un’irradiazione alla mano, alla riverifica il dolore è diminuito sia nell’appoggio del palmo che alla rotazione del polso stesso. Continuo il trattamento concentrandomi questa volta sul centro di coordinazione antagonista (re-ca dx) per poi proseguire su altri due punti più prossimali sullo stesso braccio (an-hu dx e an-cu dx).
Alla fine del trattamento il paziente è sollevato, la verifica motoria mostra un netto miglioramento del sintomo doloroso e una più ampia mobilità articolare.

Fissiamo un appuntamento a distanza di una settimana e, quando Giuseppe torna in studio, notiamo che i risultati ottenuti durante la prima seduta sono stati mantenuti; dopo una verifica palpatoria che conferma l’assenza di densificazioni sul piano sagittale, decido di procedere con il trattamento lavorando sul piano orizzontale. Mi concentro sui centri di coordinazione ai livelli del gomito e del polso, agonisti e antagonisti (ir-cu, er-ca, er-cu).
Al test motorio di fine trattamento Giuseppe non avverte più il dolore e la mobilità articolare risulta ulteriormente migliorata. Ci diamo appuntamento alla settimana successiva per verificare i risultati.

Al controllo Giuseppe si presenta soddisfatto, ha ripreso a lavorare ed è riuscito a svolgere tutti i suoi compiti senza problemi; il dolore è completamente assente e non riferisce disturbi della sensibilità.
Propongo un follow-up telefonico mensile per 3 mesi per controllare l’andamento del disturbo e ad oggi, a due mesi dal trattamento, Giuseppe mantiene i risultati del trattamento.

Il trattamento di Manipolazione Fasciale ha portato a un ottimo risultato, ha permesso con sole due sedute di risolvere il problema del tunnel carpale e rimandare, o forse evitare del tutto, l’intervento chirurgico con tutto ciò che ne consegue».

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