Il Metodo di Manipolazione fasciale è un ciclo di articoli dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di trattamento adottato e i risultati raggiunti. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

L’articolo di oggi è dedicato alla lombalgia acuta, ce ne parla Felice Riboli, fisioterapista e fasciaterapeuta di Lodi.

«Anita arriva nel mio studio una mattina con un forte dolore lombare dopo aver passato la notte accudendo il figlio piccolo ammalato. Ha 32 anni e una vita molto attiva nonostante un lavoro sedentario come impiegata; il dolore che mi descrive è acuto, intenso al punto da compromettere ogni sua attività quotidiana, in particolare Anita non riesce a eseguire i movimenti di estensione e flessione del tronco e le rotazioni.

Ascolto la sua storia clinica e personale dalla quale non emergono altri dolori concomitanti o precedenti.

Le verifiche motorie evidenziano una sofferenza concentrata principalmente sul piano sagittale, con una flessibilità articolare ridotta a soli 10° e la compromissione, seppur minore, anche del piano orizzontale. Queste ipotesi vengono confermate anche dalla verifica palpatoria, cosa che mi permette di impostare un trattamento che incida in primo luogo sul piano sagittale.

Identifico il suo problema come un dolore molto importante in fase acuta e ipotizzo che possa essere trattato tramite Manipolazione Fasciale con l’obiettivo realistico di ridurre la sintomatologia dolorosa e recuperare la flessibilità articolare.

Espongo ad Anita le mie valutazioni e insieme decidiamo di procedere con il trattamento; mi concentro inizialmente sul torace (re-th dx), area lontana dalla sede dolorosa e di conseguenza più accessibile, per poi proseguire sulla stessa sequenza (re-pv dx) al fine di migliorare lo scorrimento della fascia in direzione prossimo distale; conclusa questa fase mi dedico al bilanciamento dell’antagonista, trattando l’area anteriore del tronco (an-th dx) per poi concentrarmi sulle densificazioni controlaterali (re-th sx e re-pv sx) con l’obiettivo di riportare i due emisomi in equilibrio.
Alla fine del trattamento la paziente si sente più libera e leggera, la verifica motoria mostra un netto miglioramento della flessibilità articolare, che ora raggiunge i 90°, e del sintomo doloroso, notevolmente ridotto.

Fissiamo un appuntamento a distanza di tre giorni e, quando Anita torna in studio, notiamo che i risultati ottenuti durante la prima seduta sono stati mantenuti; dopo una verifica palpatoria che conferma l’assenza di densificazioni sul piano sagittale, decido di indagare il piano orizzontale che si era dimostrato alterato già durante la prima seduta. Mi concentro su un solo punto (er-lu dx) e al termine del trattamento le verifiche motorie sui due piani testimoniano una flessibilità articolare ulteriormente migliorata e la quasi totale scomparsa del dolore.

Ci diamo appuntamento alla settimana successiva per verificare i risultati.

Al controllo Anita si presenta soddisfatta, ha ripreso l’attività lavorativa e quella sportiva in palestra senza problemi; il dolore è ormai completamente assente, come le limitazioni articolari. Propongo un follow-up telefonico dopo un mese per controllare l’andamento del disturbo e ad oggi Anita mantiene i risultati del trattamento.

Il trattamento di Manipolazione Fasciale ha portato a un ottimo risultato, dimostrando una forza curativa che, in sole due sedute, ha permesso di risolvere un dolore lombare molto importante in fase acuta».

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