Il Metodo di Manipolazione Fasciale è un ciclo di articoli dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione Fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di trattamento adottato e i risultati raggiunti. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

L’articolo di oggi è dedicato alla tendinite, ce ne parla Ugo Mazzardo, fasciaterapeuta.

«Conosco Sabrina, 35 anni, professoressa di ginnastica, ex podista e appassionata di sport, quando la sua tendinite è già in atto da circa tre anni; nell’ultimo anno la sua sintomatologia è peggiorata, non riesce a correre senza provare dolore, a nuotare o ad andare in bicicletta, ma la sofferenza è data soprattutto, da ex podista con all’attivo una maratona, dal non riuscire più a camminare per tratti superiori al km. Da qualche mese il dolore ha raggiunto l’alluce sinistro in carico e durante la notte si manifestano fitte che corrono dal polpaccio al tallone.

Dopo aver ascoltato la sua storia clinica procedo alla verifica per valutare il disturbo e impostare un’ipotesi di trattamento. Obiettivamente il tricipite surale risulta molto contratto, durante la verifica motoria Sabrina riesce a deambulare sulle punte e sui talloni ma prova un dolore molto intenso e descrive una sensazione di retropiede rigido e caviglia incastrata. Alla palpazione colgo molti addensamenti.

Dopo queste valutazioni ipotizzo che la tendinite possa essere trattata attraverso la Manipolazione Fasciale con l’obiettivo di ridurre la sintomatologia dolorosa e in definitiva eliminare il disturbo.

Insieme decidiamo di procedere con il trattamento; mi concentro sui centri di coordinazione in cui ho identificato gli addensamenti e tratto con ordine re-pe, re-ta, an-pe e an-ta dedicando ad ogni punto 2’. A una prima verifica noto che i sintomi si sono attenuati di circa il 50% e decido di procedere sugli stessi punti variando la direzione di trattamento. Al tatto la zona trattata diviene via via sempre più fluida e alla fine del trattamento il dolore all’alluce è scomparso.

Fissiamo quindi un appuntamento per la settimana successiva e, quando Sabrina torna in studio, notiamo che i risultati raggiunti sono stati mantenuti; il sintomo doloroso al retropiede però, per quanto attenuato, permane, così come le fitte notturne e la sensazione di caviglia incastrata. Imposto il secondo trattamento concentrandomi su re-cx e re-pv; dopo 2’ ottengo una remissione significativa del sintomo fino alla sensazione di totale fluidità anche con variazione della direzione. Durante il trattamento i risultati sono testimoniati anche dalla stessa Sabrina che progressivamente sente svanire le fitte al tallone provocate dalla pressione.
Al test motorio di fine trattamento Sabrina non avverte più il dolore e percepisce un’aumentata mobilità della caviglia.

Propongo un follow-up telefonico la settimana successiva per verificare i risultati; al controllo Sabrina si dichiara soddisfatta del trattamento, sente la caviglia libera e più stabile, i sintomi notturni sono spariti ed è riuscita a fare una buona camminata in montagna, procedendo di buon passo senza dolore per circa 8 Km. Al successivo controllo telefonico conferma il perdurare dei risultati e la ripresa della sua attività sportiva a pieno regime.

Il trattamento di Manipolazione Fasciale ha portato a un ottimo risultato, risolvendo in sole due sedute una tendinite in atto da molto tempo e permettendo alla paziente di tornare a uno stile di vita sano e senza dolore».

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