Il Metodo di Manipolazione fasciale è un ciclo di articoli dedicati all’approfondimento delle disfunzioni che più comunemente abbiamo incontrato nella pratica clinica, di come si presentano e di come possono essere curate con la Manipolazione fasciale. Professionisti del settore ci raccontano alcuni dei loro casi, descrivendo accuratamente la sintomatologia dei pazienti, il piano di lavoro adottato e i risultati raggiunti grazie al trattamento. Per motivi di privacy i nomi dei pazienti sono stati modificati.

L’articolo di oggi è dedicato a un caso di lombalgia associata a gastrite, ce ne parla Gabriele Giorgini, fasciaterapeuta di Cesena.

«Paolo ha 36 anni e ormai da qualche anno vive episodi ricorrenti di gonfiore addominale postprandiale unito a febbre e diarrea. Da circa sei mesi, inoltre, gli capita di svegliarsi di notte a causa di un forte dolore epigastrico; da circa tre mesi ai dolori notturni si è aggiunto anche un dolore lombare posteriore bilaterale che irradia verso la parte toracica destra, mentre durante il giorno Paolo avverte parestesie e formicolii a entrambe le mani.
Nel corso degli anni, nelle molteplici visite al pronto soccorso, Paolo è stato sottoposto a diversi esami, un’esofagogastroduodenoscopiaha evidenziato una duodenite nodulare, due differenti colonscopie hanno riscontato diverticoli multipli, mentre una entero-RM ha evidenziato unadiverticolosi del colon. A seguito di questi accertamenti a Paolo è stato consigliato di assumere omeoprazolo, ma la terapia farmacologica ad oggi, a distanza di quattro mesi, non ha ancora dato risultati.

Ascoltando la sua storia clinica e personale emerge un intervento di chirurgia toracica per la rimozione di unoschwannoma a livello spinale.

Durante la verifica motoriaPaolo non presenta dolori importanti, ma è palese il senso di rigidità e tensione al livello del tronco e degli arti inferiori; non risultano differenze significative tra i movimenti dell’emicorpo destro e quelli del sinistro.La verifica palpatoria si focalizza sulla parete anteriore del tronco permettendomi di identificare la catenaria antero-posteriore come la più attiva.

Dopo queste valutazioni preliminari ipotizzo che il disturbo sia causato da un’aumentata tensione intestinale che, invece di permettere una fisiologica distensione della parete addominale, traziona posteriormente la fascia prevertebrale generando il dolore lombare. A mio parere il disturbo può essere trattato tramite Manipolazione Fasciale con l’obiettivo realistico di ridurre la sintomatologia dolorosa.

Paolo mi ascolta e insieme decidiamo di procedere con il trattamento; mi concentro sui punti del segmento lombi(an-me-lu 3bi, an-lu bi) perché dalla descrizione dei sintomi questi risultano essere tutti sovraombelicali; procedo trattando i punti toracici (an-th bi) e infine mi dedico a quelli pelvici (an-me-pv3) mentre posteriormente decido di trattare i punti degli erectoresspinaea livello della prima lombare (re-lu bi) e a livello della sommità della cifosi dorsale (re-th bi).

Fissiamo un appuntamento a distanza di una settimana e, quando Paolo torna in studio, mi descrive un dolore lombare notevolmente diminuito; decido quindi di proseguire il trattamento sulla catenaria antero-posteriore concentrandomi sui punti di collo e capo (an-me-cldx, an-cl-bi,an-me-cp3bi) e sui tensori distali degli arti superiori ed inferiori (re-me-sc dx, an-me-ca dx, re-ca dx).

Ci diamo appuntamento alla settimana successiva per verificare i risultati.

Al controllo Paolo si presenta soddisfatto, il dolore lombare è completamente scomparso, insieme al dolore riflesso al torace; finalmente non convive più quotidianamente con il gonfiore addominale e il dolore epigastrico ma, mentre il secondo non si è più presentato, il gonfiore saltuariamente ricompare.

Il trattamento di Manipolazione Fascialeper le disfunzioni interne ha portato a un ottimo risultato, risultando efficace nel trattamento di un caso di lombalgia associata a gastrite; ha infatti permessocon sole due sedute di ridurre una sintomatologia dolorosa importante, migliorando la qualità della vita del paziente».

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